giovedì 21 marzo 2013

RESPIRIAMO LA STESSA ARIA, BEVIAMO LA STESSA ACQUA.

Fonte: L'Azione


L’ Amministrazione Comunale di Cerreto, le donne di Cerreto d’Esi e di Matelica promuovono  una grande manifestazione popolare che si terrà a Cerreto  sabato 23 marzo alle 17.30 per dire no all’insediamento a Matelica delle industrie insalubri a rischio di incidente rilevante.  Il corteo partirà dal Teatro Casanova e terminerà presso Piazza Lippera,  dove ci sarà spazio per alcuni interventi. All’iniziativa ha dato la propria entusiastica adesione  la società civile, l’associazionismo cerretese e di tutti i Comuni limitrofi a partire da Fabriano, Matelica, Esanatoglia e Castelraimondo. Tutti questi cittadini sono evidentemente preoccupati dalla decisione del  Comune di Matelica che, con la delibera 64 del 31.10.2012, prevede una variante al piano regolatore  che permetterebbe l'insediamento di “industrie insalubri ad alto rischio d’incidente rilevante”. Quest’ultime sono  per definizione impianti che mettono a rischio la salute della popolazione residente. Purtroppo nessuna cautela, nemmeno la più costosa e sofisticata riuscirà mai a rendere nullo il rischio di incidente.  Per renderci conto della loro pericolosità, va ricordato come esse debbano  rispettare in toto  le normative contenute nella  famigerata  direttiva “Seveso” che” stabilisce norme volte a prevenire gli incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose e a limitare le loro conseguenze per la salute umana e per l'ambiente” e che indica come incidente rilevante “un evento quale un'emissione, un incendio o un'esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l'attività di uno stabilimento di cui all'articolo 2, comma 1, e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose.”
A Matelica, alla notizia che il Comune stava legiferando affinchè sul proprio territorio potessero sorgere delle industrie a così alto rischio, la popolazione si è subito mobilitata: dapprima con una petizione pubblica che ha raggiunto quota 2097 firme; successivamente con la nascita di “Matelica Bene Comune” e con la grande manifestazione del 10 marzo scorso che ha visto una grandissima partecipazione popolare di Matelica e di tutto il territorio limitrofo.
Ora il secondo, significativo appuntamento a Cerreto, a testimoniare con forza come anche nel nostro paese la cittadinanza abbia ben compreso la pericolosità di queste industrie. In caso di incidente, infatti, le conseguenze sulla popolazione e sull’ambiente sarebbero catastrofiche e certamente non circoscritte solamente al territorio matelicese.  Inoltre va evidenziato come l’insediamento di questa tipologia di industrie ad alta pericolosità preveda un piano di evacuazione di protezione civile che interesserebbe una vasta zona di tutto il territorio circostante e, come paese confinante, Cerreto sarebbe uno dei primi ad essere investito.   
La manifestazione di sabato 23 sarà un mezzo per sensibilizzare correttamente la cittadinanza su questa questione così complessa  che interessa ognuno di noi. Noi cerretesi, i nostri vicini matelicesi, i cittadini di Fabriano, Esanatoglia e di Castelraimondo respiriamo la stessa aria, beviamo la stessa acqua, il nostro territorio ci accomuna e ci rende fratelli. La nostra quotidianità, la serenità delle nostre famiglie, la salute dei nostri figli, l’ambiente in cui viviamo in un giorno non troppo lontano e con una possibilità tutt’altro che remota potrebbero  essere sconvolti  e messi mortalmente in pericolo da un incidente, una rottura, un incendio  in questi stabilimenti in cui saranno trattate o prodotte sostanze tossiche e pericolose.
In questa delicata situazione dobbiamo reagire in maniera compatta, senza dividerci in sterili campanilismi, inutili divisioni ideologiche o di bandiera. Dobbiamo essere uniti più che mai nella difesa del nostro territorio ovvero nella nostra amata  “Terra del Verdicchio” che, grazie all’agricoltura d’eccellenza, i prodotti eno-gastronomici tipici esportati in tutto il Mondo e al turismo, ha creato occupazione e si sta imponendo favorevolmente come  il traino della nostra economia. Queste rigogliose e generose terre, invece, diventerebbero  una fucina di inquinamento mortale e madre di frutti avvelenati, con la conseguente perdita di tutti i posti di lavoro creati,  sacrificati per far posto  a delle aziende tossiche e pericolose con poche decine di operai . Una delle zone più belle e suggestive della nostra Italia, rischia di diventare la terra della nuova Seveso o della nuova Ilva.



1 commento:

  1. lucia (sempre storace )21 marzo 2013 alle ore 17:32

    sai dove te la devi mettere la bandiera ....
    mai con i comunisti !

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