"Riuscita la protesta per la variante"
Fonte: L'Azione
Fonte: L'Azione
Approda a Cerreto la protesta contro la variante al
piano regolatore con cui il Comune di Matelica permette l’insediamento di
industrie insalubri ad alto rischio d’incidente rilevante.
La
manifestazione di sabato 23 marzo, organizzata dall’Amministrazione Comunale e
dalle donne di Cerreto insieme alla donne di Matelica, ha richiamato persone da
tutto il territorio limitrofo ed è partita dal teatro Casanova con in prima
fila il Sindaco Alessandroni con il gonfalone e l’Amministrazione Comunale.
Il lungo
corteo è approdato in piazza Lippera dove i partecipanti hanno ascoltato con
attenzione le parole di fuoco di
Alessandroni che ha esordito affermando con forza come questa non sia una
manifestazione contro qualcosa ma a favore del nostro ambiente, del nostro
territorio, della salute dei nostri figli e nipoti. Il primo cittadino
cerretese ha evidenziato quanto i nostri giovani siano lungimiranti: quest’anno
800 ragazzi hanno scelto gli Istituti agrari, lanciando un forte segnale alla
nostra società: essi, che rappresentano il futuro della nostra comunità, hanno
capito che il nostro territorio è di fronte ad una scelta epocale: rinunciare ad una forte vocazione industriale
per puntare alla ripresa economica e occupazionale attraverso l’agricoltura
eco-sostenibile, i prodotti eno-gastronomici di nicchia e il turismo. Inoltre, il tesoro della nostra
vallata, il Verdicchio, è un vino unico al Mondo, un brand che caratterizzerà
il nostro comprensorio in tutti i mercati internazionali. Con l’insediamento di
queste industrie fortemente tossiche, questa prestigiosa etichetta sarà irreparabilmente danneggiata, a
discapito di tantissimi posti di lavoro, mandando in fumo anni di investimenti economici e di politiche di sviluppo.
A seguire
l’intervento del Sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola che ha espresso forte
perplessità in merito alla scelta dei lotti in cui sono previste queste
industrie insalubri a rischio d’incidente rilevante, ovvero in un’area molto
circoscritta all’interno di una zona P.I.P. (Piani di Insediamento Produttivo)perciò con
altri stabili molto vicini. Esse,
invece, secondo la normativa, devono essere introdotte nell’ambito della
programmazione urbanistica e previste in area agricola, non all’interno di una
zona P.I.P.. Sagramola ha asserito che,
per l’insediamento di questa particolare tipologia di industrie, sia necessaria
la concertazione popolare e il
coinvolgimento dei Comuni limitrofi, che devono essere tempestivamente messi a
conoscenza dei rischi che corrono. Fortemente preoccupato per queste allarmanti
mancanze, il primo cittadino fabrianese
scriverà al Prefetto di Ancona ( in quanto l’insediamento delle R.I.R.
richiede un piano concordato con la prefettura) perché intende conoscere tutta la situazione
di pericolo che si potrebbe venire a creare e che metterebbe in forte pericolo
la salute dei suoi cittadini. Inoltre egli scriverà anche alla Regione Marche ed al Sindaco di
Matelica, segnalando il parere espresso dalla provincia di Macerata.
Hanno concluso
il dibattito una rappresentante delle Donne di Matelica, che ha illustrato efficacemente le ragioni del
no alla variante urbanistica chiedendone la revoca ufficiale, la Dottoressa
Ruggeri, che ha spiegato i danni alla salute, soprattutto dei più piccoli, che le industrie insalubri
possono provocare, l’ing. Ennio Donati, che ha reso noto i possibili danni ambientali e Umberto Gagliardi che ha sottolineato
l’unicità del Verdicchio a livello internazionale e della necessità di
continuare a produrlo in un ambiente sano e incontaminato.
Questa bella
e partecipata iniziativa si è conclusa con un arrivederci al prossimo
appuntamento che si svolgerà a Castelraimondo, a riprova di come questa grande protesta
pacifica stia dilagando ormai in tutti i Comuni della zona.
In ognuno di essi la società civile si sta
organizzando operosamente, dando vita a comitati che si stanno adoperando
affinchè la cittadinanza non resti indifferente
di fronte a questo pericolo per il bene comune.
I cittadini si stanno sensibilizzando ed
informando, rendendosi conto dei rischi che queste industrie altamente tossiche
rappresentano per il futuro dei nostri figli a cui rischiamo di lasciare in
eredità un terra avvelenata.
Concludiamo
con una breve riflessione: questa manifestazione ha visto, forse per la prima
volta, il nostro territorio
unirsi a favore della tutela del bene comune, abbandonando sterili campanilismi, lasciando da parte bandiere
politiche e barriere ideologiche. Dobbiamo esserne profondamente orgogliosi.
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