venerdì 29 marzo 2013

UNITA' E TUTELA DEL TERRITORIO

"Riuscita la protesta per la variante"

Fonte: L'Azione


Approda  a Cerreto la protesta contro la variante al piano regolatore con cui il Comune di Matelica permette l’insediamento di industrie insalubri ad alto rischio d’incidente rilevante.



La manifestazione di sabato 23 marzo, organizzata dall’Amministrazione Comunale e dalle donne di Cerreto insieme alla donne di Matelica, ha richiamato persone da tutto il territorio limitrofo ed è partita dal teatro Casanova con in prima fila il Sindaco Alessandroni con il gonfalone  e l’Amministrazione Comunale.


Il lungo corteo è approdato in piazza Lippera dove i partecipanti hanno ascoltato con attenzione  le parole di fuoco di Alessandroni che ha esordito affermando con forza come questa non sia una manifestazione contro qualcosa ma a favore del nostro ambiente, del nostro territorio, della salute dei nostri figli e nipoti. Il primo cittadino cerretese ha evidenziato quanto i nostri giovani siano lungimiranti: quest’anno 800 ragazzi hanno scelto gli Istituti agrari, lanciando un forte segnale alla nostra società: essi, che rappresentano il futuro della nostra comunità, hanno capito che il nostro territorio è di fronte ad una scelta epocale:  rinunciare ad una forte vocazione industriale per puntare alla ripresa economica e occupazionale attraverso l’agricoltura eco-sostenibile, i prodotti eno-gastronomici di nicchia e  il turismo. Inoltre, il tesoro della nostra vallata, il Verdicchio, è un vino unico al Mondo, un brand che caratterizzerà il nostro comprensorio in tutti i mercati internazionali. Con l’insediamento di queste industrie fortemente tossiche, questa prestigiosa etichetta  sarà irreparabilmente danneggiata, a discapito di tantissimi posti di lavoro, mandando in fumo anni di investimenti  economici e di politiche di sviluppo.
A seguire l’intervento del Sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola che ha espresso forte perplessità in merito alla scelta dei lotti in cui sono previste queste industrie insalubri a rischio d’incidente rilevante, ovvero in un’area molto circoscritta all’interno di una zona P.I.P.  (Piani di Insediamento Produttivo)perciò con altri stabili molto vicini.  Esse, invece, secondo la normativa, devono essere introdotte nell’ambito della programmazione urbanistica e previste in area agricola, non all’interno di una zona P.I.P..  Sagramola ha asserito che, per l’insediamento di questa particolare tipologia di industrie, sia necessaria  la concertazione popolare e il coinvolgimento dei Comuni limitrofi, che devono essere tempestivamente messi a conoscenza dei rischi che corrono. Fortemente preoccupato per queste allarmanti  mancanze, il primo cittadino fabrianese scriverà al  Prefetto di Ancona ( in quanto l’insediamento  delle R.I.R.  richiede un piano concordato con la prefettura)  perché intende conoscere tutta la situazione di pericolo che si potrebbe venire a creare e che metterebbe in forte pericolo la salute dei suoi cittadini. Inoltre egli scriverà  anche alla Regione Marche ed al Sindaco di Matelica, segnalando il parere espresso dalla provincia di Macerata.
Hanno concluso il dibattito una rappresentante delle Donne di Matelica,  che ha illustrato efficacemente le ragioni del no alla variante urbanistica chiedendone la revoca ufficiale,  la Dottoressa Ruggeri, che ha spiegato i danni alla salute, soprattutto dei  più piccoli, che le industrie insalubri possono provocare, l’ing. Ennio Donati, che ha reso noto i  possibili danni ambientali  e Umberto Gagliardi che ha sottolineato l’unicità del Verdicchio a livello internazionale e della necessità di continuare a produrlo in un ambiente sano e incontaminato.
Questa bella e partecipata iniziativa si è conclusa con un arrivederci al prossimo appuntamento che si svolgerà a Castelraimondo, a riprova di come questa grande protesta pacifica stia dilagando ormai in tutti i Comuni della zona.
 In ognuno di essi la società civile si sta organizzando operosamente, dando vita a comitati che si stanno adoperando affinchè la cittadinanza non resti indifferente  di fronte a questo pericolo per il bene comune.
 I cittadini si stanno sensibilizzando ed informando, rendendosi conto dei rischi che queste industrie altamente tossiche rappresentano per il futuro dei nostri figli a cui rischiamo di lasciare in eredità un terra avvelenata.
Concludiamo con una breve riflessione: questa manifestazione ha visto, forse per la prima volta, il nostro  territorio unirsi a favore della tutela del bene comune, abbandonando sterili  campanilismi, lasciando da parte bandiere politiche e barriere ideologiche. Dobbiamo esserne profondamente orgogliosi.


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