mercoledì 28 agosto 2013

CERRETO D'ESI: SCOPERTE CARCASSE DI CINGHIALI INFETTI NELL'ESINO

Fonte: www.restodelcarlino.it

Le carcasse sono state rinvenute sulle sponde del fiume Esino in località Incrocca di Cerreto d'Esi. Indaga la Forestale.

CINGHIALI affetti da tubercolosi trovati morti sulle sponde del fiume Esino in località Incrocca di Cerreto d'Esi. Ad indagare è la Forestale che, a seguito di una segnalazione, ha effettuato il primo rinvenimento delle carcasse di cinque animali chiedendo e ottenendo che fossero effettuati accertamenti medici da cui sarebbe appunto emerso che i cinghiali erano malati di tubercolosi. La fase investigativa comunque continua per capire come mai gli scheletri degli ungulati si trovassero sulle sponde del fiume. Il sospetto è che qualche bracconiere sia entrato in azione uccidendo a colpi di fucile gli animali selvatici in un periodo in cui la caccia non è ancora aperta. Possibile che gli
stessi cacciatori si siano accorti di come gli animali fossero malati magari attraverso qualche anomalia fisica o perdita di sangue nei punti dove non sono stati raggiunti dai colpi. Da qui, appunto, la decisione di prendere alcuni sacchi di plastica del tipo di quelli utilizzati per raccogliere i rifiuti e spostare i resti dei cinghiali nella zona del fiume Esino. Anche gli operatori della Lega per l'abolizione della caccia (Lac) proprio stamane hanno effettuato un sopralluogo sul posto. “Abbiamo notato – afferma Danilo Baldini, delegato regionale dell'associazione – come le carcasse animali erano contenute alcune in sacchi di plastica, mentre altre si trovavano direttamente immerse nel corso d'acqua, con le membra scarnificate dai pesci e dagli altri animali selvatici. Peraltro gli ambienti venatori, infatti, sono al corrente da tempo come nella popolazione marchigiana dei cinghiali, specie nelle zone del San Vicino e del fabrianese, si sia notevolmente diffusa la tubercolosi e che gli animali selvatici stanno poi contagiando con questa temibile malattia anche il bestiame al pascolo sulle stesse montagne.”. Da qui la preoccupazione per eventuali contagi. “Il rischio per l'uomo è reale – aggiunge Baldini - anche perché, come dimostra il caso della discarica nel fiume Esino, proprio a causa del bracconaggio, nelle Marche esiste un florido commercio clandestino di carne di cinghiale, venduta poi illegalmente a ristoranti specializzati in cacciagione, che ovviamente non viene sottoposta a controllo sanitario. Per questi gravi motivi, chiediamo ufficialmente alla Regione la sospensione della caccia al cinghiale in tutte le Marche, perlomeno per questa imminente stagione 2013–14, oltre ad un monitoraggio a tappeto sullo stato di salute di tutta la popolazione marchigiana del cinghiale”. E proprio la Regione annuncia di rafforzare i controlli e le operazioni di bonifica “Sono i bracconieri – si legge in una nota dell'ente - a fornire carne non controllata ai consumatori e ai ristoratori con il rischio di infettare gli utenti. Invece, la caccia di selezione è sicura in quanto le squadre sono munite di veterinario che certifica le carni. A brevissimo verranno convocate le associazioni venatorie e le forze dell'ordine  per concordare un'azione di rafforzamento dei controlli delle carni, di bonifica della malattia e di isolamento e punizione dei bracconieri”.

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