Fonte: L'Azione
Tanta
attenzione e grande emozione al teatro Casanova in occasione, domenica 27
ottobre, del convegno intitolato “Mattei, 51 anni fa” .

Il
nostro concittadino Sebastiano Gubinelli, a lavoro a Linate in quella maledetta
notte, ha voluto rimembrare le circostanze che portarono alla morte del “grande
Enrico”. Con voce rotta dall’emozione, egli ha ricordato come anche molti
ragazzi cerretesi abbiano lavorato x l' ENI. Gubinelli ha concluso narrando
come Enrico Mattei parlasse orgogliosamente marchigiano, fiero della sua terra
e delle sue origini, da cui traeva la
sua grande forza e determinazione.
Verdenelli
ha letto delle testimonianze ed alcuni significativi brani del suo libro “la
leggenda del santo petroliere” con cui l’autore ha voluto sottolineare,
riguardo Matelica, quale fosse il primo pensiero di Mattei: gli anziani, gli
orfani, le suore clarisse. Egli si preoccupava di loro in maniera sincera, con
quell’umanità che lo caratterizzava; si prodigava attivamente e in prima
persona affinchè potessero vivere decorosamente e non mancasse niente a tutti
loro.
Giovanni
Trecciola, nel suo intervento, ha voluto condividere con i presenti le sue
impressioni personali circa la morte di Mattei: la sensazione di perdere il
capo, colui che dava iniziativa ed impulso all’azienda. Trecciola si è
successivamente soffermato sulla “persona Mattei”, la sua disponibilità
autentica e la sua prontezza nel preoccuparsi degli altri; mentre Gilberto
Cruciani ha riferito un aspetto diverso
dell’ENI e del suo fondatore: l’impressionante ed ineccepibile organizzazione
del sistema di gestione, dovuta alla determinazione del suo carattere. Mattei,
infatti, pretendeva sempre il massimo
dai suoi collaboratori ed era sempre attento ai particolari.

Nel
suo intervento, Giuliana ha spiegato che l’ Eni, dopo la scomparsa del suo
fondatore, rinunciò a farsi carico dell'istituto: finì tutto, la decadenza
dell'opera di Mattei, frutto della sua umanità e della sua lungimiranza: le
ragazze, infatti, imparavano l'inglese e la stenografia affinchè fossero pronte
ad entrare in azienda. Pensieri
affettuosi, tipici di un grande papà che pensava al futuro delle ragazze.
Durante
il convegno altri interventi hanno fatto riflettere la platea: l’attualità di
Mattei che già pensava alla
globalizzazione, non fermandosi davanti ai confini degli Stati, credendo in un
mondo aperto e senza barriere. Egli aveva buoni rapporti con i Paesi emergenti
e, mediante la sua politica commerciale vincente, stava catapultando l’Italia
in nuovi, promettenti mercati.
Coinvolto
nei movimenti di liberazione in Africa, Mattei non guardava a questo immenso
continente in maniera neo-colonialista, bensì credeva fermamente che le popolazioni locali dovevano essere
interlocuttrici attive, andavano aiutate a svilupparsi, deplorando il mero
sfruttamento del sottosuolo di questi Stati poveri.

In
ultimo Verdenelli ha voluto accomiatarsi dal pubblico leggendo gli ultimi
minuti di vita di Mattei tratti da “la leggenda del santo petroliere” opera
illuminante e potente che analizza alcuni aspetti poco conosciuti della vita
del “grande Enrico”, composta da una serie di interviste e approfondimenti con
personaggi che conobbero Mattei o per avervi lavorato insieme, o per motivi
istituzionali o per semplici rapporti familiari.
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