martedì 19 novembre 2013

MILANI:SEMBRAVA FATTA, POI SI E' ROTTO QUALCOSA. SORPRESA,DELUSIONE,TRISTEZZA, SENZA ACCORDO MOBILITA' INEVITABILE

Fonte: Il Messaggero

«Sorpresa», «delusione», «tristezza»: l'a.d. di Indesit, Marco Milani commenta così la rottura con i sindacati su un piano, sottolinea, «necessario per il bene dell'azienda e studiato per il bene delle persone che ci lavorano». Un accordo era «indispensabile»: senza parte la mobilità per 1.400, «mani legate» sui contratti di solidarietà. «Il primo sentimento è di sorpresa negativa, di delusione. Onestamente per le modifiche fatte al piano, ed per il modo in cui il piano è strutturato, pensavamo veramente che si potesse andare ad un accordo per il bene di tutti», dice Marco Milani, a poche ore dalla rottura con i sindacati arrivata questa mattina dopo una notte intera al tavolo al ministero dello Sviluppo, quando invece un accordo sembrava ormai vicino.
Sorpresa, delusione, «poi tristezza perchè, sinceramente, è un piano che nasce per una necessità dellaIndesit, un piano di cui l'azienda non può fare a meno, ma è stato pensato fin dall'inizio con obiettivi ben precisi, quelli di mantenere la produzione in tutti i siti, di scegliere le posizioni giuste per l'Italia, e di minimizzare l'impatto sulle persone. Quindi un piano fatto per fare il bene di Indesit ma anche delle sue persone».
Il no dei sindacati al piano (che prevedeva contratti di solidarietà, prepensionamenti, e un programma graduale di rientri in azienda) apre uno scenario diverso. «Ci troviamo purtroppo costretti a fare qualcosa che mai e poi mai avremmo voluto fare, ci saranno 1.400 persone dei nostri che sono destinatari di una procedura di mobilità. E questo mi fa solo tristezza, perchè onestamente non ne capisco il motivo».
Per due volte l'azienda ha ritoccato il piano presentato lo scorso giugno, alleggerendone l'impatto: «In cinque mesi, con una pressione continua per migliorarlo, abbiamo messo in campo tutto quello che potevamo. L'abbiamo tirato al massimo per cercare di ottimizzarlo»; lavorando con «questa ottica: porto in Italia tutte le produzioni che posso fare in Italia in maniera sostenibile, e porto via solo quello che veramente non posso produrre». Con il no dei sindacati sfuma un accordo «assolutamente indispensabile, sia per gli impiegati che per gli operai, per poter più avanti avere accesso ai contratti di solidarietà e quindi lavorare tutti, fare in modo che nessuno venga penalizzato». Era una soluzione che, per l'azienda, «rispetto alla situazione attuale della cassa integrazione» rappresenterebbe «addirittura un miglioramento» per gli impiegati ed «un cambiamento per nulla pesante» per gli operai.  Questa notte «sembrava proprio che si potesse fare un accordo, poi si è rotto qualche cosa. Io - dice il presidente e amministratore delegato del gruppo di Fabriano - spero veramente che questa sia l'inizio di un nuova fase: mettiamola in maniera positiva, auspico che ora il sindacato pensi veramente a quali sono gli interessi dei lavoratori della Indesit, che sia giusto andare avanti per una strada che minimizza i disagi per le persone, ed in maniera responsabile faccia una valutazione serena di quello che è il bene delle nostre persone»

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