Fonte: Resto del Carlino - Alessandro di Marco
http://m.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/2013/12/03/991689-indesit-sindacati-azienda-intesa.shtml
L'accordo con due delle tre sigle sindacali confederali c'è e se lo accetteranno anche i lavoratori diventerà operativo già prima di Natale sulla base di zero licenziamenti e ammortizzatori sociali di qui al 31 dicembre 2018. Alle 22,30 a Roma nella sede del Ministero dello Sviluppo economico è stato, infatti, firmato il verbale d'intesa tra il management Indesit e Fim-Cisl e Uilm-Uil, mentre la Fiom-Cgil ha deciso di non autografare il documento. Ora la parola spetta alle assemblee ,con una sorta di referendum tra i lavoratori che, se forniranno il loro assenso daranno il definitivo via libera all'accordo per scongiurare la messa in mobilità di 1.400 lavoratori in tutta Italia (di cui 480 nella sola Fabriano) ben prima della data limite del 4 febbraio.
Fonte: il Messaggero.
http://m.ilmessaggero.it/m/messaggero/articolo/marche/384273
Indesit Company, firmato l'accordo da Cisl e Uil. La Cgil non ci sta. Niente licenziamenti per 5 anni. Ora si andrà ai referendum nelle fabbriche
Senza la firma della Fiom, ma il via libera di Fim, Uilm e Ugl, dopo sei mesi di trattative si è chiusa la vertenza sul piano di riassetto della produzione in Italia di Indesit Company: un accordo su cui si esprimeranno ora i lavoratori con un referendum nelle fabbriche. Dai 1.400 esuberi annunciati a giugno si è arrivati ad una intesa finale che prevede una gestione morbida dell'impatto occupazionale del piano: «Scongiura definitivamente ogni ipotesi di licenziamenti, attraverso un adeguato utilizzo degli ammortizzatori sociali» nel quinquennio 2014-2018, spiega l'azienda, che accanto ai contratti di solidarietà metterà in campo anche incentivi all'esodo e l'impegno a non ricorrere all'utilizzo di procedure di mobilità unilaterali sino al 2018. La mobilità, sventata con l'intesa raggiunta oggi, era stata avviate per 1.400 dipendenti alla rottura delle trattative, lo scorso 19 dicembre, dopo una intera notte di confronto al ministero dello Sviluppo. È stato poi il sottosegretario Claudio De Vincenti, che ha gestito la lunga trattativa, a lavorare negli ultimi dieci giorni per riportare le parti al tavolo e ricreare le condizioni per una intesa. L'ad e presidente Marco Milani ha più volte alleggerito il piano nel corso della trattativa, con ultimi ritocchi decisivi presentati oggi al tavolo al ministero. Spariscono così anche gli ultimi 300 esuberi a fine periodo, la soluzione che era sul tavolo al momento in cui la trattativa si è interrotta. Con il piano di riassetto Il gruppo della famiglia Merloni mette in campo «investimenti straordinari in Italia per 83 milioni di euro» e «maggiori produzioni a più alto valore aggiunto», con un «rinnovo quasi totale della gamma di prodotti». Sono salvi tutti i tre poli industriali italiani, Fabriano, Comunanza e Caserta, che «saranno ridisegnati con interventi di riassetto che verranno implementati nel periodo 2014-2016». Fabriano «sarà il centro esclusivo per la produzione ad alto contenuto d'innovazione di forni da incasso (producendo anche quelli oggi realizzati in Polonia), di forni di piccole dimensioni (oggi realizzati in Spagna) e di prodotti speciali per la cottura»; Comunanza «il centro per l'innovazione e la produzione di lavabiancheria di alta gamma a carica frontale»; Caserta «il centro esclusivo per la produzione di frigoriferi da incasso ad alto contenuto d'innovazione (producendo anche quelli oggi realizzati in Turchia) e dei piani cottura a gas da incasso (oggi prodotti a Fabriano e originariamente destinati in parte alla produzione in Polonia)».
Oltre al consolidamento in Italia delle produzioni a più alto valore aggiunto già esistenti, indica ancora l'azienda, «verranno quindi trasferite nei siti italiani nuove produzioni dalla Polonia, dalla Spagna e dalla Turchia, mentre le produzioni italiane di bassa gamma non più sostenibili (principalmente destinate ai Paesi dell'Est) saranno riallocate in Paesi a miglior costo».
Fonte: il Messaggero.
http://m.ilmessaggero.it/m/messaggero/articolo/marche/384273
Indesit Company, firmato l'accordo da Cisl e Uil. La Cgil non ci sta. Niente licenziamenti per 5 anni. Ora si andrà ai referendum nelle fabbriche
Senza la firma della Fiom, ma il via libera di Fim, Uilm e Ugl, dopo sei mesi di trattative si è chiusa la vertenza sul piano di riassetto della produzione in Italia di Indesit Company: un accordo su cui si esprimeranno ora i lavoratori con un referendum nelle fabbriche. Dai 1.400 esuberi annunciati a giugno si è arrivati ad una intesa finale che prevede una gestione morbida dell'impatto occupazionale del piano: «Scongiura definitivamente ogni ipotesi di licenziamenti, attraverso un adeguato utilizzo degli ammortizzatori sociali» nel quinquennio 2014-2018, spiega l'azienda, che accanto ai contratti di solidarietà metterà in campo anche incentivi all'esodo e l'impegno a non ricorrere all'utilizzo di procedure di mobilità unilaterali sino al 2018. La mobilità, sventata con l'intesa raggiunta oggi, era stata avviate per 1.400 dipendenti alla rottura delle trattative, lo scorso 19 dicembre, dopo una intera notte di confronto al ministero dello Sviluppo. È stato poi il sottosegretario Claudio De Vincenti, che ha gestito la lunga trattativa, a lavorare negli ultimi dieci giorni per riportare le parti al tavolo e ricreare le condizioni per una intesa. L'ad e presidente Marco Milani ha più volte alleggerito il piano nel corso della trattativa, con ultimi ritocchi decisivi presentati oggi al tavolo al ministero. Spariscono così anche gli ultimi 300 esuberi a fine periodo, la soluzione che era sul tavolo al momento in cui la trattativa si è interrotta. Con il piano di riassetto Il gruppo della famiglia Merloni mette in campo «investimenti straordinari in Italia per 83 milioni di euro» e «maggiori produzioni a più alto valore aggiunto», con un «rinnovo quasi totale della gamma di prodotti». Sono salvi tutti i tre poli industriali italiani, Fabriano, Comunanza e Caserta, che «saranno ridisegnati con interventi di riassetto che verranno implementati nel periodo 2014-2016». Fabriano «sarà il centro esclusivo per la produzione ad alto contenuto d'innovazione di forni da incasso (producendo anche quelli oggi realizzati in Polonia), di forni di piccole dimensioni (oggi realizzati in Spagna) e di prodotti speciali per la cottura»; Comunanza «il centro per l'innovazione e la produzione di lavabiancheria di alta gamma a carica frontale»; Caserta «il centro esclusivo per la produzione di frigoriferi da incasso ad alto contenuto d'innovazione (producendo anche quelli oggi realizzati in Turchia) e dei piani cottura a gas da incasso (oggi prodotti a Fabriano e originariamente destinati in parte alla produzione in Polonia)».
Oltre al consolidamento in Italia delle produzioni a più alto valore aggiunto già esistenti, indica ancora l'azienda, «verranno quindi trasferite nei siti italiani nuove produzioni dalla Polonia, dalla Spagna e dalla Turchia, mentre le produzioni italiane di bassa gamma non più sostenibili (principalmente destinate ai Paesi dell'Est) saranno riallocate in Paesi a miglior costo».
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