Fonte: il Resto del Carlino
I LAVORATORI dicono sì all’accordo raggiunto tra sindacati e management della Best per evitare licenziamenti allo stabilimento di Cerreto d’Esi. Mercoledì in tarda serata l’intesa tra parti sociali e azienda di cappe aspiranti, ieri il sì dei dipendenti in assemblea con il 92% dei consensi, stamane in Regione l’appuntamento per la firma finale dopo due mesi e mezzo di intense trattative. Alla fine, dunque, la mediazione è riuscita annullando i 55 licenziamenti inizialmente previsti dall’impresa e sostituiti da 35 dimissioni volontarie incentivate da una buonuscita divisa per reparti e mansioni, ma che arriva fino a 50 mila euro lordi ovvero l’equivalente di 38 mila netti. Per raggiungere il ‘tetto’ delle dimissioni ci saranno due anni di tempo e proprio questo periodo cuscinetto sarà coperto dalla richiesta al Ministero di proroga degli ammortizzatori sociali in forma straordinaria. In pratica chi deciderà di abbandonare l’impresa avrà a disposizione il bonus economico, 24 mesi di cassa integrazione e a seguire da 12 a 18 mesi di mobilità a seconda della propria età anagrafica. Una soluzione a cui si è arrivati in coda al vertice di mercoledì sera ad Ancona con il management che i sindacati hanno subito ritenuto assai meno invasiva rispetto a quella iniziale dei 55 licenziamenti unilaterali, al punto da sottoporla già ieri mattina all’attenzione dei lavoratori. Prima l’illustrazione della proposta in assemblea in fabbrica, poi il voto che ha visto un risultato netto. Sui 198 aventi diritto si sono espressi in 182: in totale 168 i sì, 9 i no e 5 le schede bianche. Dunque, una larghissima maggioranza che ha di fatto sancito la pace tra i sindacati e i lavoratori. Appena la scorsa settimana, infatti, si era registrata la clamorosa spaccatura con il 40% dei dipendenti che aveva detto no ad una proposta formulata proprio dalle parti sociali e in buona sostanza assai simile a quella attuale, in quanto finalizzata ad evitare le scelte unilaterali. E chissà che nel far ammorbidire la posizione delle ‘tute blu’ non sia stato decisivo proprio lo sfogo pubblico del segretario provinciale Uilm Vincenzo Gentilucci in quella circostanza amareggiato al punto tale da definire l’’ammutinamento’ dei lavoratori «la pagina più nera da quando faccio il sindacalista»
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