L’APPELLO DA SAGRAMOLA E DALLE CITTA’ DI SASSOFERRATO, SERRA SAN QUIRICO E GENGA. QUATTRO SINDACI scrivono al Prefetto Raffaele Cannizzaro chiedendogli di annullare il provvedimento della Regione di chiudere il punto nascite dell’ospedale di Fabriano, il cui stop alla cicogne è stato fissato per il 31 gennaio. Una decisione che a suo modo sarebbe clamorosa quella invocata dai quattro primi cittadini, attraverso una lunga lettera spedita ieri mattina in cui compaiono le firme di Giancarlo Sagramola (Fabriano), Ugo Pesciarelli (Sassoferrato), Tommaso Borri (Serra San Quirico) e Giuseppe Medardoni (Genga). «CHIEDIAMO AL PREFETTO – si legge nell’articolato documento – di convocare il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per valutare le attuali condizioni della viabilità che non consentono un accesso certo e sicuro al punto nascita di Jesi». E poi i numeri: «Lungo quel tratto della Statale 76 oggetto di lavori per il raddoppio della carreggiata, dal 2011 ad oggi si sono registrati cinque morti a causa di incidenti sulla sede stradale, mentre tra Fabriano e Jesi si sono verificati ben 48 tra interruzioni e forti rallentamenti nei soli ultimi sei mesi sempre a causa dei problemi legati alla viabilità e ai sinistri». Al di là delle polemiche politiche per l’assenza della quinta firma legata al sindaco di Cerreto d’Esi Giovanni Porcarelli, è evidente come la crociata dell’entroterra continui in modo compatto di qui a fine gennaio supportata anche dal vescovo Giancarlo Vecerrica sempre in prima linea nel chiede di «salvare il diritto alla vita». «Io non mi arrendo», è lo slogan del sindaco Sagramola che già pensa al ricorso al Tar qualora la decisione della Regione diventi definitiva come pure ha annunciato di portare in Tribunale il governatore Ceriscioli chiedendo maxi risarcimenti in caso di incidenti che impediscano o complichino il parto per le gestanti in trasferta da Fabriano verso la Vallesina. Insomma, la tensione resta alta in attesa di vedere pubblicato (probabilmente a giorni) sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del ministro alla sanità Beatrice Lorenzin che consente alle Regioni – in modo facoltativo – di provvedere alla deroga per gli ospedali con meno di 500 parti nelle zone montane, includendo quindi Fabriano e San Severino, ma non Osimo. E poi c’è il caso politico divenuto nazionale, tanto che non si esclude una trasferta a Roma dei principali esponenti del Pd fabrianese, sindaco in testa, in quanto l’autosospensione collettiva dal partito di amministratori e consiglieri comunali è arrivata sul tavolo del premier Matteo Renzi, in qualità di segretario nazionale dei Democrat. Magari non sarà Renzi in persona a scendere in campo per fare da pacere nella querelle tra il governatore Luca Ceriscioli e i colleghi di partito dell’entroterra, ma è probabile che tocchi all’immediato entourage del primo ministro affrontare la questione per cercare di sanare una frattura sempre più evidente.
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